Our streets, our choice è stato lo slogan della scorsa edizione della settimana Europea della Mobilità Sostenibile. Uno slogan che implica la volontà di riappropriarsi delle strade del proprio paese, liberarle da smog e inquinamento, renderle vivibili il più possibile. Questo è il sentimento fondamentale che anima il principio di Mobilità Sostenibile e tutte le iniziative ad esso ispirate: parliamo appunto di quelle modalità di spostamento in grado di ridurre l’impatto ambientale, sociale ed economico dell’uso dei mezzi privati: “ridurre l’impatto” significa ridurre ogni tipo di inquinamento, ridurre l’incidentalità, il degrado urbano e del territorio, tentare di migliorare, insomma, il livello della qualità della vita di ogni cittadino. Proprio attraverso iniziative come il Bike-Sharing, è possibile ottenere notevoli risultati senza rinunciare alla possibilità di muoversi in maniera salutare ma veloce e confortevole. Finché però i comuni non decideranno di investire in tale settore non potremmo dire di aver davvero raggiunto l’obiettivo: dati Istat ci ricordano comunque che qualcosa di buono sta accadendo nel nostro paese, nel 2012 l’offerta di Bike Sharing si amplia, 66 città attivano questo servizio e 36 capoluoghi dispongono di almeno 34 km di piste ciclabili e dall’ottavo rapporto elaborato da Euromobility, con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, intitolato “Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città”, emergono due realtà contrastanti: al nord Bologna città più ecosostenibile, seguita da Parma e Milano e al sud Siracusa, Reggio Calabria e Potenza, risultano essere le peggiori d’Italia.

Il tema della mobilità sociale è un tema di fondamentale importanza nel nostro tempo e nella nostra società, abituata ormai alla ricerca della comodità a tutti i costi, che dimentica le conseguenze che possono scaturire da tale sfruttamento di mezzi incondizionato e incontrollato.

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